CONSULENZE PSICOLOGICHE

L’ANSIA E GLI ATTACCHI DI PANICO

RISTRUTTURIAMO IL PASSATO PER UN FUTURO MIGLIORE

Quando la nostra vita emotiva non è gratificata, quando non trova obiettivi a cui rivolgersi, spesso implode ed appare l’ansia dal nulla. Ecco perché non riconosciamo le cause scatenanti.

Attacchi di panico, cause scatenanti

Ansia, Angoscia, Panico, Fobie, sono mali curabili? Sigmund Freud considerò l’ansia come una conseguenza di tensioni emotive inespresse, di conflitti interiori e di aspettative perennemente frustrate. Egli riteneva che le cause dell’ansia, fossero da ricercare in desideri, pulsioni e angoli della personalità tenuti nascosti. Questo perché ritenuti cause di conflitti sociali o familiari inconsci, e quindi rimossi e negati ma comunque rigeneranti di ansia e angosce.

La persona non nasce con il disturbo d’ansia ma è una condizione che sopraggiunge dopo alcune sofferenze vissute. Si innesca uno stato di paura alla sofferenza, che fa sì che la persona si allontani sempre di più da tutto ciò che potrebbe produrre sofferenza. Si allontana quindi dalle emozioni, da situazioni o eventi emotivi. Pensa che le tensioni emotive siano uguali a possibile sofferenza. Impara a tenere lontano da se tutto ciò che è fonte di emotività, perché potrebbe essere causa di coinvolgimento, di passioni e di conseguenza di possibile sofferenza.

Per provare piacere o sofferenza, gioie e dolori, occorre coinvolgersi con legami affettivi e sentimentali. Occorre innamorarsi di qualcosa o di qualcuno. Riconoscere l’oggetto d’amore in base al comportamento che questi avrà nei nostri confronti.

Questo coinvolgimento potrà procurare piacere o sofferenza. Nel momento che appagherà i nostri bisogni, produrrà piacere ma, se non li appagherà, automaticamente alimenterà il desiderio, l’esigenza che rigenera il bisogno. Questa può rigenerarsi e amplificarsi fino a diventare inquietudine, malessere, disperazione, sofferenza estrema.

Le dinamiche del coinvolgimento o innamoramento.

Per potersi innamorare occorre trovare il bersaglio della nostra emotività. Un soggetto che, attraverso la comunicazione verbale e non verbale (il suo comportamento), stimoli la nostra sfera emotiva, i nostri turbamenti precostituiti (l’inconscio). In questo modo, attraverso le nostre proiezioni, lo investiremo emotivamente. Il nostro inconscio lo riconoscerà come fonte stimolante o energetica.

Noi, infatti, proiettiamo la nostra emotività e questa torna indietro sotto forma di riconoscimento del bersaglio, come simbolo di coinvolgimento. Siamo noi che attraverso le nostre proiezioni diamo significato al significante.

L’oggetto del coinvolgimento emotivo è la condensazione incarnata dei nostri turbamenti. Si viene così a creare un moto circolare dell’emotività tra noi e il mondo esterno e tra il mondo esterno e noi.

Solo così viviamo quel pathos, quelle emozioni che poi definiamo interesse, sentimento, passione, amore. Possiamo ben dire che l’essere umano non può vivere senza coinvolgimenti.

Meccanismi di difesa.

Rendiamoci conto che non può esistere emotività senza coinvolgimento. Alcune persone tendono a difendersi dalla sofferenza, e di conseguenza dalle emozioni, allontanando da sé anche quelle positive. I due tipi di emozione non sono altro che due facce della stessa medaglia: non si può evitarne una senza evitare l’altra.

Questi soggetti tendono a controllare le emozioni. Evitano tutto ciò che li può coinvolgere oltre i nuovi indici di tolleranza che si sono costruiti (meccanismi di difesa) per paura di soffrire. L’emotività rimane implosa in loro, non gli è permesso di svolgere il suo ciclo naturale e quando ha raggiunto una certa pressione interna dovrà inevitabilmente esplodere. Inevitabilmente, è solo questione di tempo. Poiché non ha trovato gli indispensabili bersagli, esploderà verso l’interno procurando quei disturbi di ansia, attacchi di panico, cause scatenanti di fobie, psicosi, ecc.

Possiamo ben dire che i disturbi d’ansia rappresentano espressioni di dolore o di rivendicazione di un inconscio che soffre, a causa di una profonda resistenza e paura (vincoli) ad appagare le proprie esigenze emotive.

La cura.

E’ possibile risolvere questi stati gravi di malessere attraverso la revisione delle cause storiche, cioè quelle che realmente hanno dato origine al problema. Una ristrutturazione intrapsichica dell’individuo è indicata, per ritornare su quei conflitti del passato che si sono riattivati e che rigenerano le paure inconsce. Paure che, amplificando quei vincoli, non permettono alla persona di appagarsi emotivamente quanto necessita. Di conseguenza si ha la formazione dei disturbi d’ansia, cause scatenanti di attacchi di panico e fobie. Ricordando che se la causa dei nostri problemi non è nel presente certamente è nel passato.

L’Ipnosi Dinamica Regressiva è uno strumento di grande efficacia per la cura dei disturbi d’ansia. Permette di effettuare una ristrutturazione personale in tempi relativamente brevi. Consente di scoprire gli antefatti, ossia le cause, che sono responsabili di quelle paure inconsce, amplificate dalla riattivazione di quei conflitti genitoriali, vissuti nel periodo infantile/adolescenziale, così da riportarli a coscienza, alla razionalità. Libera e scioglie le emozioni negative, rimaste compresse, ne ridurce gli effetti fino a cancellarli.

La tecnia ipnotica li riporta definitivamente in superficie, permettendo così alla razionalità di digerirli e disintegrarli nel loro contenuto di dolore, causa scatenante delle paure che alimentano i disturbi d’ansia e i successivi attacchi di panico.

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