I Conflittti Interiori e le cause della sofferenza
Elementi di Psicologia Analogica
Come comunica la nostra mente?
Occorre preventivamente fare un breve excursus sui meccanismi che regolano la nostra mente. Essa si esprime attraverso la Comunicazione ma è formata da due parti ben distinte tra loro.
• la parte Razionale o Logica, che comunica attraverso il Linguaggio Verbale o Logico.
• la parte Emotiva o Inconscio, che si esprime attraverso il Linguaggio Non Verbale, anche detto Simbolico o Analogico.
La parte emotiva domina la nostra mente
Quanta influenza ha l’inconscio nel dettare i nostri comportamenti, i nostri gusti, le nostre scelte nella vita? Come ci sarà chiaro, è il vero regista della nostra esistenza poiché gestisce le nostre scelte emotive attraverso i conflitti interiori. Ecco perché è importante aprire uno spiraglio di conoscenza sulle sue modalità di comunicazione e interazione. Ci aiuterà a comprendere meglio le nostre istanze profonde, quelle che hanno plasmato la nostra vita. Ci darà anche una formidabile chiave d’accesso all’inconscio degli altri. Questo ci fornisce gli strumenti per una comunicazione veramente completa ed efficace. L’inconscio è ciò che in ognuno di noi “fortissimamente vuole”, detta le nostre aspirazioni fondamentali e i nostri coinvolgimenti emotivi. Saper dialogare con l’inconscio, proprio e altrui, apre possibilità infinite. L’inconscio gestisce le regole e le leggi che determinano l’emotività e il coinvolgimento umano.Il coinvolgimento emotivo
Sulla capacità di muovere l’inconscio si basano tutte le tecniche di persuasione (coinvolgimento emotivo attraverso la parola) e di seduzione (coinvolgimento emotivo attraverso il gesto e il comportamento). Le emozioni possono essere positive e ingenerare benessere o negative e causare malessere. La classificazione in positivo e negativo non appartiene all’inconscio. Esso riconosce solo il coinvolgimento emozionale. Appartiene invece alla mente razionale, abituata ad analizzare, confrontare e classificare in base ai risultati. La sfera emotiva non distingue il bene dal male. Accetta sia la sofferenza che la gioia. E’ disposta a rimanere per anni in uno stato di dispiacere da cui trae, comunque, alimentazione emotiva ma da noi vissuta come sofferenza.La Psicologia Analogica
È importante osservare che tutto ciò che nella vita ci coinvolge, ci appassiona, ci attrae è fatalmente dettato dall’inconscio. Questa è l’importante “scoperta” della Psicologia Analogica, disciplina relativamente recente, nata dalle intuizioni dello psicologo Stefano Benemeglio. La Psicologia analogica è oggetto di studio e sperimentazione presso l’istituto di Psicologia Emotiva Emotivia di Torino. Essa è una branca del filone cognitivo-comportamentale e poggia le basi sulla psicologia freudiana, junghiana e di altri capiscuola. Coloro che introdussero e diedero dignità al concetto di “inconscio” nello studio dei comportamenti umani. Tuttavia fa un passo ulteriore perché ne decodifica il linguaggio. Dalla dinamica tra conscio e inconscio, tra esigenze logiche ed emotive, nasce il divenire della vita di ciascun individuo. Ne scaturisce quindi il formarsi della personalità. In questa eterna baruffa, il vincitore è sempre lui: l’inconscio. Questo ciò ci fa comprendere perché è così difficile ottenere le mete razionali. Il volere non coincide spesso con il potere. Questo accade quando il nostro inconscio vuole cose opposte e “ci fa lo sgambetto”, così che ci troviamo a realizzare magari l’esatto contrario di quanto desiderato con la ragione.La coazione a ripetere
Spendiamo due parole sul significato, in questo contesto, di Analogia. Essa ha il significato letterario di “somiglianza, affinità tra due cose”. Nell’ambito della Psicologia Analogica, ciò che viene associato è il contenuto emozionale di un’esperienza. Infatti, per funzionamento interno del nostro inconscio, noi siamo portati alla coazione a ripetere continuamente i contenuti emozionali vissuti nell’infanzia e nell’adolescenza. Sono i periodi in cui si è formata la nostra personalità. L’inconscio ci porta reiteratamente a ricercare e a rivivere proprio quelle esperienze emotive su cui si è plasmato durante il processo psico-evolutivo. Esso si nutre e riconosce specificamente quelle emozioni, senza distinzione tra piacere e sofferenza a esse correlati. Questo è il vero “motore” delle nostre scelte, delle relazioni che ci coinvolgono e in ogni ambito di vita: far rivivere al nostro io bambino quel pathos!I Conflitti Interiori dominano le nostre scelte di vita
Come già detto, il giudizio e la distinzione tra benessere e sofferenza associati alle esperienze emotive non sono retaggio dell’inconscio, ma della nostra parte razionale. Possiamo sinteticamente dire che ogni condizione di sofferenza psicologica è frutto di un conflitto tra le istanze logiche e quelle inconsce. In altre parole, la sofferenza è frutto dei nostri conflitti interiori . Viceversa, il piacere e il benessere psicologico sono frutto della coincidenza e armonia tra gli obiettivi di queste due entità. Domanda: Ciò che facciamo è frutto della nostra volontà o del nostro inconscio? Risposta: L’inconscio indica gli obiettivi, la parte logica li persegue. Tutto ciò che ci piace è dettato dall’inconscio. Esso fa scelte per lui gratificanti e ciò che lo gratifica è sedimentato, nel corso del nostro sviluppo psico-evolutivo, nelle zone più profonde della nostra struttura psichica. La triade originaria vede interagire tre figure ancestrali: la madre, il padre, il figlio. Sulla base di queste relazioni primordiali, nella vita di ogni individuo si costruisce il mondo emotivo, che condizionerà in modo determinante tutto il nostro vissuto futuro.Concetti base della Psicologia Analogica
Come funziona la nostra mente? Possiamo individuare due modalità: 1. FUNZIONE ASSOLUTA (anima) è il meccanismo che sta alla base dei processi psichici: crea il bisogno. È un’istanza assoluta della nostra mente e forma la nostra personalità. 2. FUNZIONE RELATIVA (corpo e vita) il bisogno assoluto diventa bisogno relativo, cioè ogni singolo bisogno che proviamo nella nostra vita (es: innamorarsi di qualcosa o di qualcuno).
Nello schema qui sopra, a sinistra, è rappresentata la mente nel suo assetto primordiale/assoluto, a destra è invece rappresentata la sua concretizzazione nella vita reale.
Il Pensiero Analogico (o inconscio) crea l’Esigenza (o bisogno)
Il Pathos (emotività) si manifesta nel Turbamento (o desiderio)
Il Pensiero Logico (o razionalità) cerca l’Appagamento (o possesso)
Il pensiero analogico ha quindi la funzione di Creare l’Esigenza, il pensiero logico Persegue l’Appagamento.
La generazione dei Conflitti Interiori
Tra i due c’è un eterno inseguirsi dal quale si genera il Pathos, cioè il substrato emotivo. L’energia emozionale nella funzione relativa, si incarna e si concretizza nelle singole emozioni, costituendo il Turbamento.
Nella vita reale il pensiero analogico si configura nell’insieme di ciò che noi percepiamo come i nostri Bisogni/Pulsioni. La nostra parte logica ha come compito provvedere al loro Appagamento.
Sono due forze opposte, ecco perché parliamo di conflitti interiori. Dalla loro tensione e contrapposizione continua si genera il Turbamento. Cioè quel travaglio e quell’inquietudine che ci spinge nella vita a perseguire, attraverso il meccanismo del coinvolgimento emotivo, via via sempre nuove mete.
Il turbamento è la manifestazione relativa del pathos, cioè del nostro substrato emotivo.
Noi ci identifichiamo nei nostri turbamenti
Sono le nostre problematiche, il nucleo delle nostre conflittualità. Il delta tra esigenza e appagamento genera il turbamento, che costituisce il desiderio. Ergo l’aspirazione e il coinvolgimento emotivo che scatta tutte le volte che qualcosa ci intriga.
Se qualcosa non ci crea più emozioni (turbamento), allora noi perdiamo interesse, non siamo più coinvolti
Destabilizzazione = Decoinvolgimento Emotivo
Questo è il meccanismo reale con cui assolviamo all’esigenza assoluta di vivere il pathos, cioè le emozioni. Tutto ciò che ci coinvolge e ci turba lo fa perché genera in noi emozioni, cioè alimenta il pathos.
L’oggetto del desiderio può cambiare di volta in volta. L’importante è che assolva al compito di alimentare il Pathos, cioè di mantenere pieno il nostro serbatoio emozionale. Quindi, il mondo relativo cambia, cambiano i volti, le situazioni, le relazioni, ma ciò che non cambia è l’esigenza assoluta di creare e alimentare l’emotività.
L’emotività è cibo per il nostro inconscio
Per il nostro benessere non bisogna mai dimenticarsi di nutrirlo di emozioni, curandoci di questa parte di noi altrettanto di quanto ci curiamo della parte razionale.
Offrirsi alle emozioni significa migliorare la qualità della nostra vita. Ricordiamo che nulla ha un valore di per sé, ha valore solo l’emozione che suscita in noi.
PRENOTAZIONE CONSULENZE PRIVATE
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